E adesso sono due. Una storia… prevedibile!
Una storia... prevedibile!
Premessa: all’improvviso cambio lavoro.
Un cambiamento in positivo, certo, ma ora non lavorerò più “sotto casa”. Qualche chilometro da fare c’è. E pure superstrada: niente scooter quindi.
Sopralluogo nel nuovo posto di lavoro: non c’è garage coperto; solo posti all’aperto, molto esposti.
Subito sia Herbiuccio che la 500 Cabrio fanno sapere di non essere disposti a portarmi avanti e indietro… certo non quotidianamente. Herbiuccio perché è arrivato a (quasi) 18 anni con la vernice immacolata, non si può mandarlo “allo sbaraglio” ora; poi è abituato alle comodità del garage. La 500… beh la capisco, con la capotte in stoffa non se la sente di sfidare tutti i giorni intemperie e vandali.
Comincia quindi la ricerca forsennata di una auto “mulo”, che faccia da “pendolare” e viva all’aperto. Non c’è molto tempo, e bisogna fare una scelta molto razionale. Una macchinetta usata, economica da mantenere, e che non sia una tragedia se si rovina un po’.
Peccato che tutti, ma proprio tutti cerchino quel tipo di auto. Piccola, meno di dieci anni di età, benzina, sui cinquemila euro o giù di lì. Dopo aver visitato almeno dieci/quindici rivenditori vari (vista la tempistica ristretta lascio stare i privati) la ricerca sembra disperata. Tutto ciò che è decente è già venduto.
Altra settimana, altra mezza dozzina di fiaschi. Il tempo scorre.
Vicino a casa un carrozziere vende qualche auto che ha ritirato dai clienti. Vedo una Aygo rossa (che in fondo non mi piace… ma mica deve piacermi) e vado ad informarmi. Ovviamente solito copione: già venduta la mattina stessa, forse arriverà qualcosa più avanti…
Ma sapete benissimo come va a finire questa storia...
Dietro, giù giù dietro alle altre auto in vendita e in riparazione, “occhieggia” qualcosa.
Qualcosa che non corrisponde per niente all’identikit prefissato. Qualcosa che non è economico da mantenere o riparare, qualcosa che non è “sacrificabile” esteticamente, qualcosa che ha già duecentomila chilometri sul groppone, qualcosa che ha un diesel euro 4 che a gennaio subirà pure i blocchi della circolazione…
Ma qualcosa che non è un’auto, è una Beetle.
Qualcosa che non compri. Adotti. Qualcosa che non scegli. Ti sceglie.
La ragione ha cercato di opporre le solite deboli motivazioni. Ma ci si è messa perfino la mia famiglia. “Se puoi prendere una New Beetle, perché cercare altro?” “No, non è un fregatura, basta guardarlo, ispira fiducia”.
Ed eccoci qua. Senza quasi accorgermene porto a casa quello che risulterà essere (grazie alla consulenza di quAAAlcuno) un 1.9 TDI restyling originario della Germania, con sedili sportivi tetto apribile e cerchi della 1.8 turbo. Ora si chiama Bulba da Bonn e dorme nel parcheggio fuori casa. Ha qualche acciacco ma il motore è una bomba.
Già il giorno dopo la consegna ho cominciato il nuovo lavoro, e vedendolo riflesso nelle vetrine mentre viaggiavo mi sono accorto di che pericolo ho scampato. La vita è davvero troppo breve per perdere tempo con altre auto, quando esistono le Beetle. Inutile ingannarsi.
Non è la mia prima Beetle, qualcosa mi dice che non sarà neanche l’ultima.
NOTE FINALI: ogni storia di Beetle se ne porta dietro altre. Il precedente proprietario (quello italiano, di quello tedesco non so nulla se non che era di Bonn) è un appassionato di vecchi Maggiolini, e deve averne posseduti parecchi. La New Beetle era la sua auto da lavoro, diciamo. Ad un certo punto quest’uomo aveva aperto un bar e come bancone aveva utilizzato mezzo maggiolino “segato” e riadattato. Quando il bar ha chiuso definitivamente, il mezzo maggiolino è stato appeso alla parete nella carrozzeria di fiducia… quella dove ora ho preso il mio. La foto era doverosa.
Infine, ci tengo a sottolineare che anche se non vivono assieme, Herbiuccio e Bulba qualche volta si incontrano:
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Originariamente Scritto da zefa62
Speriamo tornino presto, quelli "a due" non sono la stessa cosa!
