Al IAA 2013 la volkswagen ha presentato la e-golf e e-up. le auto eletriche. Aspettiamo la e-beetle.
Al IAA 2013 la volkswagen ha presentato la e-golf e e-up. le auto eletriche. Aspettiamo la e-beetle.
Più che altro aspettiamo che l'Italia si muova in questa direzione... Niente incentivi (veri...), niente investimenti, niente assistenza, niente infrastrutture....
E intanto la Scozia, per esempio, ha avviato un programma di switch TOTALE verso l'elettrico, entro il 2050 con energia per le ricariche ricavata per la quasi totalità da fonti rinnovabili (eolico e idroelettrico in particolare).
Non per fare il disfattista ma la storia è sempre la solita... ultimamente arriviamo tardi e male...![]()
"La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni ... e nessuno sa il perché!" A. Einstein
Fabrizio, forse queste nostre "perdite di tempo" in questo caso sono provvidenziali: le auto elettriche, per quanto coperte di una patina di avveniristico, sono più problematiche di quel che appare. Se da un lato hai il vantaggio, indubbio, di poter decuperare l'energia cinetica in frenata, dall'altro hai la gatta da pelare -che ho paura sia delle dimensioni di una tigre del Bengala- della produzione di energia. Nell'auto dei Flinstones questa avviene sotto il cofano ed una batteria di ingranaggi la trasforma in energia cinetica dell'automezzo; nell'auto elettrica avviene nella centrale elettrica. Finchè le auto elettriche sono qualche migliaio, nessun problema. Ma se cominciano a diventare un paio di milioni... Abbiamo una diverse decine di teraWatt-ora per muoverle disponibili in rete? E, a ben vedere, abbiamo quella quantità con una miscela di fonti a minor impatto della benza?
Il problema della produzione e dello smaltimento delle batterie viene dopo, e poi la classica scarsità di autonomia.
Come spesso succede, l'approcio originale è quello più furbo: l'Audi sta lavorando alla produzione a bilancio ambientale nullo di carburanti (metano ed etanolo), che è una cosa intelligente, ed è la soluzione al problema dell'approvvigionamento e dell'impatto ambientale -almeno in larga misura.
l'altra metà della soluzione arriva da Mazda, che è una casa automobilistica che ama utilizzare il cervello più di altre: ha infatti sviluppato un recupero dell'energia cinetica con supercondensatori, levandosi così di torno tutti i limiti delle batterie per tale impiego.
la manna dal cielo sarebbe trovare un catalizzatore non inquinante né tossico per l'idrolisi dell'acqua, avendo così Idrogeno a basso costo (energetico) per auto a celle-combustibile. Oppure avere dei reattori a fusione nucleare, in modo tale da avere acesso a enormi quantità di energia con pochi effetti collaterali, sempre per lo stesso motivo. Però non siamo ancora a questo punto: per la seconda soluzione servono una cinquantina d'anni (ETA per l'accensione del primo reattore a fusione commerciale).
Quello che dici, Lorenzo, è verissimo. Ma verissimo allo stato attuale delle cose. Questo perché, a mio modesto avviso, non siamo tanto portati in Italia ad affrontare progetti a lungo termine. Ragionare con il bilancio energetico attuale, pone effettivamente dei limiti alla tecnologia elettrica ma non comprendere i passi da gigante che la tecnologia compierà nei prossimi 20, ma anche 10 anni, è da popolazione abbastanza ottusa (presenti esclusi, si intende).
Ti parlo pensando che ho finito l'università (2000) presentando la tesi con le diapositive (alcuni ragazzi delle scuole medie non sanno neppure cosa siano), ho finito il liceo senza sapere cosa fossero internet né un cellulare e ho finito la scuola media con un'auto di famiglia diesel che aveva le prestazioni di una Ape Piaggio dei giorni nostri...
Mi sbaglierò ma cercando di guardare al futuro con ottimismo, la strada dell'elettrico mi sembra la più facilmente percorribile in una nazione dove produrre energie da fonti rinnovabili non costituisce un grosso problema e dove la tecnologia aiuterà a moltiplicare esponenzialmente la resa degli impianti che siano essi fotovoltaici, eolici o idroelettrici.
Naturalmente posso sbagliarmi in maniera clamorosa ma sono maturi i tempi per osare... I progetti possono anche fallire ma se non li si intraprende, falliscono sicuramente!![]()
"La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni ... e nessuno sa il perché!" A. Einstein
Fabrizio, capisco il tuo elogio dell'intraprendenza, ma, dato che stiamo cercando di risolvere un problema enorme, bisogna cercare di non crearsene un altro magari di ancora più grosso.
Il progresso tecnico ha avuto sì un crescendo impressionante (non esponenziale: le cose che crescono esponenzialmente conducono ad esplosioni nucleari, e hanno pure dei coefficienti piccolissimi davanti), soprattutto a livello fenotipico. Sotto la pelle, le novità sono minori e l'efficienza non è di certo tra le cose a cui si è dato maggior peso, purtroppo.
Ora, per darti un'idea della scala del problema: una grande centrale nucleare ha una potenza di picco di un GW, che è sufficiente per ricaricare di 1KWh mille auto elettriche in un ora di attività (assumendo che niente si perda per strada, cosa che NON avviene: le perdite ci sono sempre). Questo è sufficiente per muovere quelle auto elettriche di una media inferiore ai dieci chilometri. Mille auto elettriche in una grande città stanno in un quartiere popoloso. Ora, noi non abbiamo centrali nucleari in Italia né le si vuole... Che facciamo? Costruiamo tre-dieci centrali a carbone per grande città solo per consentire ai pendolari di recarsi al lavoro? Ok, abbiamo delle centrali inutilizzate... Ma con una manciata di migliaia di auto elettriche quelle si saturano (non per tutta la giornata, che è pure peggio).
Prima di imbarcarsi in operazioni immani di questo genere, che non risolvono del tutto il problema, per altro, bisogna pensare bene.
Ovviamente, non è il pensarci bene che non ci fa intraprendere la strada dell'elettrico, ma altro. Però, in questo caso, forse questa inerzia non è un male che vien per nuocere...
Concludendo, comunque, l'auto ecologica è quella che dura tanto perché la parte più inquinante della vita dell'automobile è la produzione, seguita dallo smaltimento: la vita attiva, soprattutto di auto moderne come le nostre New Beetle, è ad impatto davvero basso per l'ambiente.
Errata corrige: prima parlo di TWh, in realtà sono GWh. Diventano TWh quando si considerano migliaia di milioni di veicoli, ovvero qualche miliardo...
A parte questa che più che una precisazione la considero un augurioconfermo che allo stato attuale delle cose (fonti energetiche, dispersione energetica, fabbisogno ecc...) la partita è persa in partenza e hai ragione al 100% ma dato che ormai il discorso si è (piacevolmente) trasformato in una discussione un po' nerd
mi piace concludere e riassumere il mio concetto ricordando Jules Verne che quando scrisse "Robur il conquistatore" nel 1886 venne preso per visionario (e non eretico perché ormai passato di moda
) nella sua geniale descrizione di macchine volanti, per certi versi ancora più evolute di quelle odierne. Praticamente tutto ciò che scrisse si è poi realizzato (aeroplani, elicotteri, missili e sommergibili). Lui non era un esperto in materia ma la sua mente sapeva vedere oltre (altro che Nostradamus
). Anche io non lo sono ma un po' mi piace fare il visionario
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